Come misurare le onde elettromagnetiche in casa
Sempre più spesso sentiamo parlare di 5G, Wi-fi, campi ed onde elettromagnetiche, senza sapere, o renderci conto che fanno parte ormai della nostra vita quotidiana. A casa, al lavoro, nei centri commerciali e in altri luoghi che frequentiamo abitualmente, siamo circondati da onde elettromagnetiche che, in un modo o nell’altro, influenzano la nostra vita.
Soprattutto tra le nostre mura domestiche, si nascondono punti sensibili in cui le onde elettromagnetiche sono più intense. Ecco perché oggi vogliamo parlarvi di come è possibile misurare le onde elettromagnetiche a casa nostra, per essere consapevoli di come la presenza di queste entità sia oggi molto diffusa.
Iniziamo quindi a capire meglio gli elementi essenziali.
Che cosa sono le onde e i campi elettromagnetici
Le onde elettromagnetiche sono fenomeni fisici che permettono il trasferimento dell’energia da un luogo all’altro, sia attraverso lo spazio libero (via etere) sia attraverso apposite linee di trasmissione (cavi). Queste onde, che sono di tipo oscillatorio e con andamento sinusoidale, dipendono da due grandezze variabili: il campo elettrico e quello magnetico.
Il campo elettrico è in grado di generare, in direzione perpendicolare a sé stesso, un campo magnetico: dalla loro interazione ha origine un campo elettromagnetico.
L’insieme delle onde costituisce lo spettro elettromagnetico che può contenere:
– radiazioni ionizzanti: che, spezzando la materia, contribuiscono a creare degli ioni positivi oppure negativi;
– radiazioni non-ionizzanti: che, avendo una frequenza minore, non riescono a rompere i legami né a produrre ioni.
I campi elettromagnetici sono prodotti da radiazioni di questo secondo tipo.
Che cosa si intende per elettrosmog
L’elettrosmog, conosciuto anche come inquinamento elettromagnetico, è provocato dalle radiazioni non-ionizzanti, in grado di causare un riscaldamento cellulare indotto.
Esse sono inoltre le responsabili di effetti biologici a livello cellulare, che si instaurano indipendentemente dalle condizioni termiche e che sono particolarmente dannosi.
L’impatto delle radiazioni non-ionizzanti sull’organismo dipende dalla loro frequenza; infatti quelle ad alta frequenza sono responsabili del surriscaldamento dei tessuti, mentre le onde a bassa frequenza agiscono sulla trasmissione degli impulsi nervosi e neuro-muscolari.
Anche se la tematica è ancora piuttosto controversa, l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha inserito l’elettrosmog tra le potenziali cause di un aumento dei fattori di rischio per alcune forme di neoplasie, come la leucemia infantile. oltre che per carcinomi dell’età adulta.
Non si tratta di cause conclamate, ma di fattori di rischio, tali da creare un notevole allarmismo per quanto riguarda il benessere dell’organismo.
Gli effetti dell’elettrosmog sulla salute umana possono essere di due tipi:
– effetti immediati: comprendenti la stimolazione dei tessuti contenenti cellule eccitabili, come quello nervoso e muscolare;
– effetti a lungo termine: difficilmente quantificabili e riferibili all’insorgenza di affaticamento, irritabilità, astenia, difficoltà di concentrazione, insonnia e cefalea.
Oltre a queste conseguenze, l’elettrosmog può essere responsabile dell’aumentata incidenza di carcinomi sia di tipo specifico (come i gliomi al tessuto nervoso) sia di tipo organico (come le leucemie nel sangue).
Numerose ricerche epidemiologiche hanno evidenziato una probabile relazione tra inquinamento elettromagnetico e disturbi non facilmente riconducibili ad esso, come ad esempio alcune ustioni cutanee.
In seguito a deboli esposizioni a tali radiazioni è possibile evidenziare degli effetti biologici sulla capacità di concentrazione oppure sul metabolismo degli ormoni.
Anche alcuni vegetali sottoposti a elettrosmog mostrano un rallentamento di crescita, mentre i piccioni perdono la loro innata abilità di volare, mostrando disorientamento e incertezza.
I ratti sottoposti a inquinamento elettromagnetico mostrano una diminuita fertilità e perdono la facoltà di dormire e le femmine di maiali, se venute a contatto con campi elettromagnetici durante la gravidanza, hanno una maggiore probabilità di partorire piccoli malformati.
Come misurare le onde elettromagnetiche in ambiente domestico
La rilevazione di campi elettromagnetici in ambiente domestico è un presupposto necessario per preservare la salute degli individui che vi abitano.
In casa possono accumularsi onde elettromagnetiche emesse da varie apparecchiature, come i trasmettitori di radio e televisioni, le reti Wi-Fi, i forni a microonde oppure gli apparecchi professionali.
Possono essere inoltre presenti onde derivanti dall’ambiente esterno, come quelle prodotte da centrali elettriche o anche da ripetitori.
In ambito domestico i rilevatori di elettrosmog di solito riescono a rilevare l’integrità delle apparecchiature elettroniche presenti nell’abitazione e l’eventuale presenza di campi elettromagnetici di fondo (che non sono generati da dispositivi interni alla casa).
Sono disponibili anche app in grado di rilevare elettrosmog mediante un semplice smartphone e che mostrano i valori degli eventuali campi elettromagnetici, avvisando quando vengono superati i valori-soglia.
In generale i dispositivi rilevatori di inquinamento elettromagnetico svolgono una funzione estremamente utile per il benessere delle persone in quanto contribuiscono a evidenziare la presenza e l’intensità di onde elettromagnetiche dannose alla salute anche se la maggior parte degli strumenti non riesce ad essere veramente precisa.
Dato che questo tipo di inquinamento non è rilevabile se non attraverso specifiche apparecchiature, e tenendo conto delle conseguenze molto dannose per l’organismo, è consigliabile servirsi di tali metodiche rilevatrici dei campi magnetici, che sono in grado di avvisare le persone della presenza di agenti inquinanti pericolosi per la salute.
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